Uno spazio che aspira a fornire spunti di riflessione sulla realtà che ci circonda e che spesso sfugge ai nostri occhi, invisibile se pur nella sua disarmante evidenza. Una lettura rivolta a chi ha già messo in discussione se stesso, le ideologie dominanti e ciò che sembra non rientrare nella sfera delle proprie scelte, incrollabile, ineluttabile, ma anche a chi, pur rispettando ed amando sinceramente qualunque forma di vita al di là della specie, non è ancora riuscito a farlo.

mercoledì 27 marzo 2013

E.. vabbè... ma.. che c'entra???

"Ritieni che le donne vadano rispettate?" "Certo che si!"
"Le stupri?" " Ma no!"
"E perchè no?" "Proprio perchè le rispetto!"

"Ritieni che i bambini vadano amati?" "Certo!"
"Li molesti?" "Ma cosa ti viene in mente? Assolutamente no!"
"E perchè no?" "Perchè è ovvio! Se li amo non li molesto e odio chi lo fa!"

"Ritieni che gli animali vadano rispettati e abbiano i nostri stessi diritti?" "Certo, loro non sono al nostro servizio, è atroce la sorte che l'uomo ha destinato loro ed è profondamente ingiusto, tutto questo non dovrebbe esistere!"
"Li mangi o prendi parte al loro sfruttamento?" 

"E.. vabbè... ma.. che c'entra???"


I meccanismi di questo dialogo immaginario, che fin troppo spesso, se non sempre, vediamo agire nella mente dei nostri interlocutori, sia che essi siano persone prive di qualunque sensibilità nei confronti degli animali ma anche, per contro, loro amanti, o addirittura attivisti animalisti che si indignano profondamente per le ingiustizie commesse nei loro confronti e che ogni giorno si battono per mettervi fine, ci forniscono una tangibile evidenza di quanto la società in cui viviamo provochi in noi un'alienazione, uno sfalsamento di livelli ed una distorsione nella percezione che ci porta a fallire miseramente nell'obiettivo di ricongiungere i piani e di riuscire a cogliere, mettendo più sensazioni a confronto, quella componente grottesca e priva di senso che attraversa molti di quegli assunti presentati e sentiti come quanto di più ragionevole possa essere concepito.
La nostra cultura ci insegna che è possibile amare gli animali e al tempo stesso sfruttarli, ucciderli, rendersi complici di una mentalità che li considera oggetti e che li priva della loro dignità. E noi la accogliamo, senza notare il benchè minimo contrasto, come fosse ragionevolmente possibile. Le due cose restano separate, senza che l'una escluda l'altra. Questo salvagente fa si che chiunque possa sentirsi confortato abbastanza nel declinare le proprie responsabilità, e percepire come un'intransigente esagerazione la logica, e questa volta davvero ragionevole, esclusione di una delle due affermazioni.

Se mettiamo a confronto le varie domande e le varie risposte del nostro dialogo immaginario, ci accorgiamo con estrema evidenza di quanto non siano i fatti ad essere differenti, ma la nostra percezione di essi, le nostre sensazioni riguardo ad essi. E la nostra percezione è diversa perchè, inconsapevolmente, diversa è la nostra considerazione del soggetto che prendiamo in esame. Ce lo ha insegnato una cultura (o società, o sistema) in cui siamo immersi e che abbiamo interiorizzato nostro malgrado, e abbiamo imparato a valutare la gravità o non gravità di una pratica, o la rilevanza o non rilevanza del prenderne parte (sempre od accasionalmente) in base ai dettami di questa cultura. Anche quando siamo fortemente convinti di rifiutarla o di averlo già fatto. Questo mi ha indotto più volte, nel corso delle mie analisi, a trarre la negativa e sconfortante conclusione che nell'essere umano non sia tanto una morale individuale a prevalere, quanto una "morale sociale".

Urge la necessità, prima ancora di combattere la realtà dello sfruttamento animale, di combattere all'interno di noi stessi quelle strutture di pensiero indotte che hanno offuscato e sfalsato la nostra genuina capacità di riflettere, di cogliere le evidenze, di sentire e di stabilire connessioni. Strutture di pensiero che rendono quello sfruttamento possibile, e che rendono possibile il nostro prenderne parte, lasciandoci, nonostante ciò, al sicuro nella confortante percezione che questo possa andare d'accordo con il significato di parole quali "amore" e "rispetto". 
Forse, prima ancora di lottare, urge la necessità di capire contro cosa e per cosa, in realtà, stiamo lottando.




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